admin On ottobre - 30 - 2010

ROMA FILM FESTIVAL 2010 / day3: “Il Padre e lo Straniero” – Ricky Tognazzi e Alessandro Gassman

Il cinema italiano è in crisi.
Una crisi nera e che poco spazio lascia a grandi speranze nel lungo termine. Ma se è vero che lo Stato ricava il doppio di ciò che investe per ogni pellicola supportata, e da qui nasce l’ormai tristemente nota protesta degli addetti ai lavorti, tenutasi qualche giorno fa sul red carpet del Roma Film Festival 2010 (con tanto di supporto di attori come Nanni Moretti, Guillaume Canet e Eva Mendes), è anche vero che talvolta alcune opere di italiana fattura rilevano pecche strutturali nel casto (artistico o tecnico) o nella sceneggiatura.
A togliere dall’imbarazzo del giudizio su un film in uscita (in particolare il prossimo 18 febbraio 2011), si sono messi i sempre più affiatati Ricky Tognazzi e Simona Izzo, polimorfa coppia d’oro dello spettacolo nostrano, che, collezionando nel corso degli anni una sfilza di direzioni e produzioni di successo, e in primis belle, presentano quest’anno l’ultima fatica cinematografica che li vede impegnati il primo come regista (proprio nell’edizione del festival la cui retrospettiva è dedicata al geniale padre) e la compagna come co-sceneggiatrice.
Il Padre e Lo Straniero” è una pellicola eccellente, in cui la diversità, sotto ogni sua forma (tema abbondantemente sviluppato negli ultimi anni), diventa il lasciapassare per l’evoluzione dei personaggi del film stesso, in particolare di Diego (Alessandro Gassman), tipico quarantenne contemporaneo, italiano, e “per bene”.
Così la dolcezza di un’inaspettata amicizia tra uomini trasforma l’occidentale protagonista in sensibile uomo sentimentalmente scongelato, l’amore pluridirezionale, e quindi per il prossimo, regna sovrano (ma senza alcun tipo di banalità del genere, s’intenda), la diversità e la malattia infantile sono rivisitate con empatia e solidarietà, al punto che ci si può domandare in fondo chi possa realmente, e tristemente, essere considerato davvero diverso, mentre di sottofondo, lo sviluppo del rapporto uomo-donna, il primo nato figlio e bisognoso di imparare a diventare padre, e la seconda dalla genesi della vita nata per essere madre, scorre dolcemente di pari passo con il tema del viaggio, fisico, per intendere, ovviamente, quello più intimista e psicologico, dell’evoluzione e maturazione.
Ambientato tra una Roma accentuata nei propri deliziosi e misconosciuti spazi che ospitano etnie diverse, e la Siria, Diego e Walid (Amr Waked) saranno gli esempi di una multietnicità moderna spiazzante e meravigliosa, capace di far rilevare come lo scontro occidente-oriente, perpetrato attraverso la paternità dei due protagonisti, possa trasformarsi in incontro tra modernità (Diego: razionale all’estremo, debole, rimoroso degli affetti e della vita) e l’autenticità (Walid: esotico, istintivo e antico nell’accezione pèiù nobile del termine), ove, manco a dirlo, quest’ultima ha sempre da insegnare.
Tratto dall’omonimo successo letterario del 1997 di Giancarlo De Cataldo, “Il Padre e Lo Straniero” è un thriller sentimental-drammatico sull’uomo e sulla vita, e merita il primo gradino, ad oggi, dei film italiani presentati al festival, e degli ultimi anni.
Finalmente!

di Ilaria Rebecchi

Share

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Sponsor