JONSI
Live @ Ferrara
22.07.2010
Alla base di questo progetto c’è un lavoro sofisticato, fatto di luci ed ombre, suoni ad immagini. Dopo i Sigur Ròs, il frontman Jòn Birgisson da libero sfogo a tutta la sua capacità creativa in questo progetto solista. A Ferrara, in Piazza Castello, Jònsi sforna una performance stupefacente. La band creata intorno alla meravigliosa voce di Jòn è impeccabile. Composta da musicisti estremamente capaci, produce un sound solare e coinvolgente, merito di un fonico quantomeno altrettanto in gamba. Il tutto è reso più speciale dalla particolare e innovativa scenografia digitale che scorre alle spalle della band. Mai eccessiva e sempre azzeccata con il pezzo proposto, è capace di catalizzare costantemente l’attenzione del pubblico che a volte sembra rapito da tanta bellezza. Farsi cullare dai brani soft e trascinare da quelli più intensi, è conseguenza assolutamente naturale. Jòn brillaper tutta la durata del concerto, il suo falsetto etereo si amalgama perfettamente in ogni dove, mai una virgola è fuori posto, tutto sembra essere ponderato nei minimi dettagli. Credo in effetti sia proprio così. Persino le luci sono perfettamente inserite in un contesto acustico dove le tonalità chiare giocano un ruolo predominante. Luci bianche principalmente, talvolta lasciano spazio a quelle blu/azzurre che vagamente mi portano ad immaginare l’isola islandese, madrepatria di questo artista. Che una terra selvaggia e fredda sia la casa di questi straordinari musicisti rende il tutto ancora più affascinante. Non molto contatto con l’estasiato pubblico per la verità. Tranne un paio di battute è in pratica un no-stop. Bellissimi i brani acustici, chitarra-voce. Con uno di questi Jònsi decide di aprire in maniera delicata lo show, che poi procede per circa un’ora e venti in maniera eterogenea. A volte è il piano ad attrarre l’attenzione, a volte la batteria superlativa, a volte è semplicemente l’atmosfera quasi magica. E’ un progetto solista d’accordo, ma questo è uno show così pieno, così carico di suoni e di immagini, così intenso che difficilmente guardo a lui come incontrastato dominatore della scena. Chi l’aveva già visto in precedenza mi racconta che non sto assistendo ad un caso eccezionale. Jònsi regala solitamente questo tipo di emozioni ad ogni suo live. Che un live sia meglio di un disco non è la regola, ma nella fattispecie non c’è dubbio che sia così. Ora che ho potuto constatare con i miei occhi posso capire anche l’apprezzamento di Bjork. Nel 1994, all’uscita del primo singolo di Sigur Ròs, scelse il brano per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’indipendenza della loro Islanda.
di Marco Mantovani