admin On ottobre - 15 - 2010

Lunedì 8 novembre 2010 ore 21.00

Teatro Manzoni

PRIMA MONDIALE

 

JOHN ZORN:

MASADA MARATHON iPOD CONCERT

Book of Angels

 

 

i 12 Gruppi in ordine di apparizione:

MASADA QUARTET

John Zorn, sassofono contralto

Dave Douglas, tromba

Greg Cohen, contrabbasso

Joey Baron, batteria

COURVOISIER/FELDMAN DUO

Sylvie Courvoisier, pianoforte

Mark Feldman, violino

MEDESKI, MARTIN & WOOD

John Medeski, tastiere

Chris Wood, basso elettrico, contrabbasso

Billy Martin, batteria

BANQUET OF THE SPIRITS

Cyro Baptista, percussioni, voce

Brian Marsella, pianoforte, tastiere, balafon

Tim Keiper, batteria, percussioni

Shanir Blumenkranz, contrabbasso, basso elettrico, oud, gimbri

MYCALE

voci

Ayelet Rose Gottlieb

Sofia Rei Koutsovitis

Basya Schecter

Malika Zarra

BAR KOKHBA

Mark Feldman, violino

Erik Friedlander, violoncello

Marc Ribot, chitarra

Greg Cohen, contrabbasso

Joey Baron, batteria

Cyro Baptista, percussioni

DREAMERS

Marc Ribot, chitarra

Jamie Saft, tastiere

Kenny Wollesen; vibrafono

Trevor Dunn, contrabbasso, basso elettrico

Joey Baron, batteria

Cyro Baptista, percussioni

ERIK FRIEDLANDER

Erik Friedlander, violoncello

NEW KLEZMER TRIO

Ben Goldberg, clarinetto

Greg Cohen, contrabbasso

Kenny Wollesen, batteria

BESTER QUARTET

Jaroslaw Buster, fisarmonica

Jaroslaw Tyrala, violino

Oleg Dyak, fisarmonica, clarinetto, percussioni

Mikolaj Pospieszalski, contrabbasso

MASADA STRING TRIO

Mark Feldman, violino

Erik Friedlander, violoncello

Greg Cohen, contrabbasso

ELECTRIC MASADA

John Zorn, sassofono contralto

Ikue Mori, laptop, live electronics

Jamie Saft, tastiere

Marc Ribot, chitarra

Trevor Dunn, contrabbasso, basso elettrico

Joey Baron, batteria

Kenny Wollesen, batteria

Cyro Baptista, percussioni

        Lunedì 8 novembre 2010, alle ore 21.00, presso il Teatro Manzoni (via Manzoni, 42, Milano), in prima mondiale, ritorna a Milano il geniale compositore e sassofonista John Zorn, forse il più celebrato autore americano dei nostri giorni, che presenterà, con la collaborazione di alcuni fra i più acclamati solisti della scena musicale internazionale, una panoramica sulle sue più recenti composizioni, raccolte sotto il titolo Book of Angels.

        Dodici diversi gruppi, tutti legati da lungo tempo all’estetica zorniana, si alterneranno sul palcoscenico del Teatro Manzoni per interpretare le più recenti ed affascinanti creazioni di Zorn, da anni impegnato nella rivisitazione dei contesti linguistici del post-moderno, cui abbina una vibrante rilettura delle proprie origini culturali ebraiche. La elettrica e laica contemporaneità della cultura metropolitana newyorkese si abbina così all’intensità spirituale della tradizione culturale ebraica, dando vita ad un sincretismo linguistico di squassante e teatrale espressività.

Le dodici formazioni, che si succederanno sul palcoscenico milanese, in una peculiare e trascinante maratona musicale, oltre allo stesso Zorn vantano solisti di fama internazionale, da un trio come Medeski, Martin & Wood al violoncellista Erik Friedlander, dal trombettista Dave Douglas al batterista Joey Baron, dal chitarrista Marc Ribot alle voci di Basya Schecter e Malika Zarra, dal violinista Mark Feldman e la pianista Sylvie Courvoisier a gruppi come Banquet of The Spirits e il Bester Quartet (un tempo applaudito con il nome di Cracow Klezmer Band), per non parlare di organici “storici” del mondo estetico di Zorn: Masada, Electric Masada, Bar Kokhba.

Come in una sorta di gigantesco iPod, ogni gruppo si alternerà sulla scena senza soluzione di continuità, presentando ciascuno circa venti minuti di nuove composizioni dell’ormai leggendario protagonista della nuova avanguardia musicale americana.

JOHN ZORN

        

Nato a New York nel 1953, John Zorn studia composizione nella città natale, ma la frequentazione del trombettista francese Jacques Coursil lo spinge verso l’improvvisazione jazzistica, facendosi influenzare dall’opera di Jimmy Giuffre, Roscoe Mitchell, Ornette Coleman. Inizia lo studio intensivo dell’improvvisazione a St. Louis, dove conosce Joseph Bowie e altri sperimentatori, influenzato da fonti tanto diverse quali Stravinskij, Braxton, il contrappunto, Varèse, Harry Partch, il chitarrista inglese Derek Bailey. I suoi primi lavori sono, in effetti, assai vicini alla musica gestuale europea, ma l’influenza della musica creativa lo spinge ad abbracciare strutture sempre piu’ improvvisate, e a suonare sempre piu’ il sassofono.

Le opere, espressivamente violente e sperimentali al limite della cacofonia, che lo rivelano sono, fra le altre, Lacross (1977), Hockey (1978), Fencing (1978), Jai Alai (1980), Croquet (1981), Track And Field (1982), nelle quali e’ spesso coadiuvato da artisti di grande valore e creatività come Arto Lindsay, David Moss, Tom Cora, Eugene Chadbourne, Fred Frith. Sono lavori ispirati dalla rapidita’ di cambiamento delle colonne sonore dei cartoni animati: analogamente le sue pièce sono zeppe di discontinuita’ apparentemente paradossali, in vivo contrasto con le prassi estetiche dominanti nell’ambiente della libera improvvisazione.

All’ombra dell’esempio di John Cage, Zorn rifiuta lo spartito e compone stabilendo le relazioni fra le varie parti musicali, lasciando poi liberi gli esecutori di muoversi all’interno dei vari livelli strutturali ad essi consentiti da quelle stesse relazioni. Lavori come School, Pool e Archery raccolgono alcune di queste perfomance, che costituiscono di fatto un’estensione degli assoli creativi del jazz degli anni Settanta: invece che far improvvisare un musicista alla volta (o un duo o un trio), Zorn fa improvvisare una decina di essi contemporaneamente fissando le regole secondo cui devono interagire.

Reso celebre anche dai ripetuti tentativi di suonare pezzi di Charlie Parker all’indietro, dall’ambizione di unificare musica accademica, improvvisazione jazzistica e cultura rock (si pensi ad un’opera monumentale come Sebastopol), da un trio con Derek Bailey e George Lewis (da cui le glaciali e cerebrali geometrie di Yankees) e dal vocabolario inusitato di fonemi musicali che estrae dagli strumenti a fiato piu’ svariati (Classic Guide To Strategy), nel 1984 Zorn registra il suo ottavo disco, il doppio Locus Solus, che raccoglie DJ votati alla sperimentazione (Christian Marclay), esponenti della no wave come Arto Lindsay, Peter Blegvad, Anton Fier e Ikue Mori, e musicisti jazz (fra cui Wayne Horvitz), e propone una forma di improvvisazione “negativa” in cui jazz, jazz-rock e sonorità hard-core si fondono e si scontrano in un caos volontario ma controllato.

Dopo tale opera di rottura la sua carriera prende una direzione completamente opposta. Cobra -con Elliot Sharp, Arto Lindsay e Bill Frisell alle chitarre, Bobby Previte alla batteria, Zeena Parkins all’arpa, Wayne Horvitz al piano, Christian Marclay ai turntables, Anthony Coleman al pianoforte, piu’ nastri-collage, celeste, fisarmonica, trombone e sintetizzatore- e’ un altro vertice del suo caos dissociato, che ricorda i dipinti di Pollock ma che possiede l’ironia tutta ebraica dei fratelli Marx.

Negli anni successivi Zorn compie il salto dal mondo delle piccole etichette indipendenti a quello delle major attraverso una serie di opere di imitazione e demistificazione in cui si esprime al meglio il suo genio di arrangiatore: Big Gundown e’ un tributo surreale e sofisticato a Ennio Morricone (la suite omonima e’ costruita su motivi di spaghetti-western, chitarrismi surf, jam improvvisate e musica sinfonica), mentre Spillane e’ un omaggio surreale alle atmosfere dei film noir (la title-track e’ una fantasia costruita cucendo una dietro l’altra sessanta miniature da colonna sonora che vanno dallo strumentale alla Telstar al cocktail jazz piu’ languido con ogni sorta di intermezzi cacofonici e brani conversazione, e Two-lane Highway e’ una serie di variazioni blues per Albert Collins). In News For Lulu, in trio con il trombone di George Lewis e la chitarra di Bill Frisell, interpreta classici del post-bop con l’immaginazione della musica creativa, e in Spy Vs Spy rielabora l’estetica di Ornette Coleman attraverso l’enfasi teppista del punk-rock.

Naked City, con Frisell, Frith, Horvitz e il batterista Joey Baron, e’ un summa delle sue ossessioni (colonne sonore, free-jazz, be bop, country & western). Assolutamente folli, i mille camuffamenti in forma di slapstick come Latin Quarter e Saigon Pickup rimandano a una forma moderna e schizoide del music-hall. Gli sconquassi armonici di Zorn e Frisell in microcacofonie come Snagglepuss sono volutamente gratuiti e infantili. Altre pagine (ciascuna spesso di trenta secondi o meno) sono suonate con ferocia da thrash-punk e alterando la velocita’ di registrazione; risultano totalmente anonime, vivendo soltanto di improvvise scariche epilettiche: Zorn sembra godere del caos piu’ assoluto. Al tempo stesso le sue incursioni al sassofono contralto, che esasperano la tradizione dei break di yakety-sax del Rhythm & Blues, non hanno eguali negli annali del jazz e del rock per sfrontatezza e smodatezza.

Zorn è forse l’ultimo dei grandi sperimentatori dadaisti, erede dei programmi aleatori di Cage e della gestualita’ europea. Negli ultimi anni ha rivisitato sia le influenze da lui subite attraverso il jazz, rendendo omaggio ad autori come Sonny Clark, Hank Mobley, Freddy Redd, Kenny Dorham, sia, soprattutto, la sua eredità culturale ebraica, che oggi appare l’asse portante di un corpus compositivo di eccezionale rilevanza: gruppi come Masada e Electric Masada hanno offerto straordinari contributi al rinnovamento della musica ebraica, inserendola di fatto fra gli elementi più significativi della nostra contemporaneità culturale.

Non meno apprezzabile è l’attività di Zorn come compositore di affascinanti colonne sonore e come organizzatore di suoni, nonché come squisito e sofisticato autore di incantatorie pagine cameristiche: molteplici aspetti della complessa e poliedrica personalità di una fra le maggiori figure della musica contemporanea tout court.

Abbonamento n. 11 concerti € 125

in vendita alla cassa del Teatro – 02 7636901

dal 21 giugno al 24 ottobre 2010

posti fissi e numerati

Prevendita

dal 25 ottobre 2010

Biglietto € 12 + prevendita

Ridotto giovani € 8 + prevendita

alla cassa del Teatro – 02 7636901

Numero Verde 800-914350

circuito Ticketone + Call Center 892.101

Biglietti concerto fuori abbonamento

8 nov.

Masada Marathon iPod Concert

Prevendita dal 21 giugno

€ 15/20 + prevendita

€ 12/16 + prevendita Ridotto giovani

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One Response so far.

  1. […] admin пишет: … di opere di imitazione e demistificazione in cui si esprime al meglio il suo genio di arrangiatore: Big Gundown e’ un tributo surreale e sofisticato a Ennio Morricone (la suite omonima e’ costruita su motivi di spaghetti-western, … […]

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