IMPLE MINDS – Reggia – Venaria (TO) – 28 luglio 2010
di Maurizio Cerutti
Once Upon A Time In The Eighties
Che gli anni ottanta siano tornati in gran spolvero è davanti agli occhi di tutti, non solo nella musica ma anche al cinema con remake più o meno riusciti, da A-Team a Karate Kid, e io considero fallito il compito degli anni novanta che secondo molti avrebbero dovuto farceli dimenticare: forse nel prossimo decennio sarà il loro turno.
Finiti i soldi? Noia? Voglia di ritornare sul palco a suonare? Un colpo di coda per le nuove generazioni? Operazione nostalgia per quelle vecchie? Chissà… ma i Simple Minds tornano in gran forma e festeggiano i trent’anni di carriera con un nuovo tour e un disco, Graffiti Soul, uscito nel 2009 e accolto da ottime critiche. Il pubblico non è proprio composto da ragazzini: l’età media oscilla tra i 40 e 50 e non so se sentirmi molto giovane o molto vecchio per essere qui. Chiudo gli occhi e mi immergo nel sound di Sanctify Yourself, il pezzo iniziale del concerto compreso di assolo vocale della bellissima corista e di passaggi di doppio pedale del poderoso batterista Mel Gaynor – che suona con i Simple Minds dal 1983 e presente anche nei LostBoy, il progetto parallelo di Jim, insieme al bassista Charlie Jones, che ha anche collaborato con Page e Plant.
Jim Kerr in modalità Tom Jones, imbolsito ma energico, si diverte un casino sul palco e conserva ancora una gran voce, fa battere le mani a tempo al pubblico mentre le ritmiche martellanti del basso di Waterfront prendono il sopravvento in un salto indietro fino al 1983. Uno del pubblico dice: “Ultimamente ho visto gli Ultravox, però Midge Ure non ha più la voce di una volta”. Le persone vogliono vedere i propri idoli cristallizzati, ma il tempo non si può combattere, solo assecondare: ci credo che vedere i Police o i Simple Minds venticinque anni fa fosse molto diverso, ma la Delorean di Ritorno al Futuro non ce l’ha ancora nessuno. E comunque, stasera i Simple Minds suonano in modo impeccabile: senza retorica, il compito della musica è anche quello di andare oltre le barriere del tempo.
La ballata See The Lights è un tuffo al cuore per molti e questo albergatore 51enne di Taormina accende l’isterismo di donne prossime alla menopausa davanti alle transenne. Mandela Day può ancora avere un senso anche dopo la liberazione del leader politico e quei riff di chitarra di Charlie Burchill – unico membro fondatore rimasto insieme a Jim, anche lui parecchio ingrassato – che hanno segnato un’epoca ci portano indietro di parecchi anni. Tra il pubblico un uomo in kilt scatenarsi durante Someone, Somewhere In Summertime, pezzo che conserva ancora quel sound new romantic, poi Don’t You (Forget About Me) – nella colonna sonora di Breakfast Club – che credo sia inserita in ogni compilation anni ottanta; i signori scozzesi ne avranno le balle piene di suonarla ancora, ma non farla sarebbe come per Vasco non cantare Alba Chiara: il microfono viene alzato verso pubblico per farlo cantare quel “la la la la laaaaa la la la laaaa” che io, ragazzino cresciuto nell’era Reagan, ho sentito e risentito fino alla nausea. Si cambia decade, Real Life d’inizio anni novanta e Stars Will Lead The Way tratto da Graffiti Soul. Alla fine Jim domanda “Ancora?” prima di cantare She’s a River, singolo da Good News from the Next World e testimonianza del periodo mistico della band.
Il greatest hits Glittering Prize del ‘92 nella serata viene eseguito quasi per intero. Poi arrivano i bis e Mel non si siede dietro i tamburi ma davanti al microfono di fianco a Jim per dimostrare di saper anche usare la voce. Alive and Kicking, fa sempre piacere cantare e ricantare i suoi coretti; Ghostdancing viene mixata dalla band con Gloria dei Them e Dance To The Music di Sly and The Family Stone. “Ci vediamo nel futuro, minchia Juve, minchia Torino” urla Jim al pubblico: saranno state le prime parole che da straniero avrà imparato venendo in Italia. D’ora in poi guarderò con più attenzione e un sorriso i dischi dei Simple Minds in offerta a 4 euro e 99 sugli scaffali dei negozi di dischi. Alive And Kicking, Jim!