“High Violet”
THE NATIONAL
Siamo alla quinta realizzazione di questa band. Si chiama High Violet, e ascoltando le parole di Aaron Dessner (piano, chitarra, basso) si vuole subito collacare tra i migliori lavori di questi The National, che hai più risulteranno sconosciuti, ma che vantano un background di tutto rispetto, soprattutto maturato negli States. Originari di Cincinnati (Ohio) ma di base a Brooklyn, dove concepiscono gran parte dei propri lavori, si formano nel 1999, composti da il vocalist Matt Berninger, due fratelli Aaron e Bryce Dessner (piano, chitarra basso e altra chitarra) e un’altra coppia di fratelli, Scott e Bryan Devendorf (basso, chitarra, e batteria). Con le loro melodie arrivano ad esibirsi al “Letterman Show”, (noto varietà televisivo d’oltreoceano), e ad accompagnare i i grandissimi REM in un loro tour. Già da queste pillole, si può capire che di talento e qualità ce ne possono essere molte sotto la superficie, ed è li che i The National vogliono arrivare. Sotto la superficie di chi li ascolta. In una parola quast’album si può sintetizzare con: riflessione. Colonna portante delle 11 tracce è sicuramente il pianoforte di Aaron, che da a tutta la composizione una tonalità blu cobalto, che diventa chiaramente blu oltremare, sovrapponendo il cantanto baritonale di Matt Berninger. Le canzoni non hanno voglia di correre, non ci sono ritmi martellanti, e tutto l’album nel suo proseguo può essere percepito come un grande fiume che fluisce a bassa velocità verso la foce, verso il mare aperto. Non avendo il fiato strappato, l’ascoltatore viene “indotto” al ragionamento, a rilassarsi, ma non troppo. Terrible Love, apre le danze, Sorrow le continua assieme a Anyone’s Ghosts, Little Faiths, Afraid Of Anyone, Bloodbuzz Ohio (primo singolo estratto), Lemonworld, Runaway, Convesation 16, England e a chiudere Vanderlyle Crybaby Geeks. Titoli come si può notare, e testi, risultano trattare argomenti impegnativi oltre che personali dando alla composizione un aurea molto intima, riservata ed importante. Convincono subito perché suonano bene e sanno trasmettere significati altrettanto bene. Ed è quello che deve pensato pure Barack Obama, che dal precedente album dei The National “Boxer” (2007), ha prelevato la song “Fake Empire” usandola come colonna sonora dei suoi slogan nella corsa verso la Casa Bianca del 2008. Notevolmente impegnati nel sociale, i The National con le figure di Aaron e Bryce Dessner guidano anche la produzione di “Dark Was The Night” per la “Red Hot Organization”, una compilation di 31 tracce con il contributo di Arcade Fire, Bon Iver, Grizzly Bear, Yeasayer e molti altri con lo scopo di devolvere l’intero ricavato a fondazioni per la lotta all’AIDS e per il sostegno di Haiti, riuscendo a versare in beneficienza così facendo, circa un milione di dollari. Ed ancora, i due fratelli Dessner vengono invitati dalla “Brooklyn Academy of Music” a creare una colonna sonora ciclica della durata di 70 minuti, intitolata successivamente “The Long Count” da accompagnare ad un film dell’artista Matthew Ritchie. Ecclettici questi The National, che riescono ad esprimere la propria energia e ottima esperienza musicale in situazioni diverse, ed High Violet è un album che riesce a raggruppare perfettamente le loro qualità. Buon ascolto ragazzi!
Really nice post,thank you